Viaggio sulle orme degli Inca: da Cusco a Machu Picchu, un'avventura in Perù

Uno dei viaggi che avevo in lista da tempo era visitare il Perù, specialmente dopo aver visto la serie documentario su Netflix, "L'antica apocalisse". Non vedevo l'ora di verificare di persona l'emozione che si prova a vedere quelle antiche costruzioni, gli edifici e le mura costruite dal popolo Inca. Così sono partita dalla California e ho viaggiato in aereo fino in Perù. I miei compagni di viaggio erano Edward e Nahuel. Una volta arrivati, abbiamo incontrato i cari fratelli di Edward, Daniel e Giuly, che vivono in Perù e che ci hanno fatto da guide turistiche del posto.

PRIMA PARTE DEL VIAGGIO CUSCO 

Atterrare a Cusco è stato come fare un balzo nel passato, ma con un pizzico di stordimento dovuto all'altitudine. A 3.400 metri sul livello del mare, il fiato si accorcia, ma la vista è incredibile. Ci siamo subito armati di mate de coca, la bevanda locale che aiuta ad acclimatarsi, e abbiamo iniziato a esplorare. Cusco è una città che ti abbraccia con la sua storia. Passeggiando per le sue strade, si percepisce chiaramente il connubio tra l'antico e il moderno, l'Inca e lo spagnolo. Le fondamenta delle case sono enormi blocchi di pietra incaica, testimoni silenziosi di un impero che fu, mentre sopra si ergono palazzi coloniali con balconi intagliati. Il nostro primo approdo è stata la Plaza de Armas, un cuore pulsante di vita dove si affacciano la Cattedrale e la Chiesa della Compagnia di Gesù. È qui che abbiamo respirato





l'atmosfera autentica della città, tra venditori di artigianato e l'incessante viavai di persone. Ma il vero gioiello è stato il quartiere di San Blas, un labirinto di vicoli in salita dove abbiamo scoperto botteghe di artisti e angoli pittoreschi. Ogni passo era un'immersione nella cultura andina, con i colori vivaci dei tessuti, i sapori intensi del cibo locale e l'ospitalità delle persone. È stato qui che ho capito che Cusco non era solo un punto di passaggio per Machu Picchu, ma una destinazione a sé stante, un luogo in cui il tempo si è fermato per farci ammirare la sua bellezza immortale.



Oltre alla bellezza delle strade e delle piazze, un altro aspetto che mi ha affascinato di Cusco è la sua storia, che si può toccare con mano visitando alcuni dei suoi musei meno convenzionali.

Un'esperienza che mi sento di consigliare a tutti è la visita al Museo degli Inca. Qui, la storia non è solo raccontata, ma si sente viva. Tra reperti di ceramica, tessuti finemente lavorati e strumenti antichi, abbiamo potuto ripercorrere la vita di questo popolo straordinario. Un'intera sezione era dedicata al concetto di mummificazione, una pratica che a loro era fondamentale. Vedere le mummie, specialmente quelle dei bambini, fa riflettere profondamente sul loro rapporto con la vita, la morte e l'aldilà.

Ma la parte che mi ha davvero colpito è il Museo dei Teschi Allungati. Questo luogo, meno conosciuto ma incredibilmente affascinante, ci ha mostrato una pratica antica che mi ha sempre incuriosito: la deformazione cranica. Vedere dal vivo i teschi allungati, appartenenti a quelle che probabilmente erano figure di alto rango nella società Inca, mi ha fatto capire quanto fossero complessi e ricchi di rituali. Il museo presenta anche un'interessante spiegazione scientifica e antropologica, che cerca di dare un senso a questo rito di cui ho molti dubbi perchè semplicemente per come la vedo io stavano imitando le fattezze, probabilmente dei loro dei.  

La guida ci ha spiegato che lo scopo era probabilmente segnare l'appartenenza a una classe sociale elevata, per mostrare che si era "vicini agli dèi". È un dettaglio che rende il passato ancora più misterioso e affascinante.




Queste visite hanno reso il nostro soggiorno a Cusco ancora più significativo. Non si tratta solo di ammirare rovine, ma di connettersi davvero con la cultura che ha plasmato questo luogo, a un livello profondo e intimo.



A Cusco, ogni strada, ogni piazza, racconta una storia di due culture che si scontrano e si fondono: quella Inca e quella spagnola. È un dialogo visibile, inciso nella pietra stessa della città.


La prima cosa che ti colpisce sono le mura incaiche. Enormi blocchi di pietra, scolpiti e incastrati l'uno nell'altro con una precisione millenaria, formano le fondamenta di molti edifici. Nonostante i secoli e i terremoti, queste strutture rimangono immobili, testimonianza dell'incredibile ingegneria e del profondo rispetto degli Inca per la natura. Ti accorgi di quanto siano robuste e perfette. Camminare lungo queste strade ti fa sentire l'energia di un impero che, sebbene sia scomparso, vive ancora sotto i tuoi piedi.





Proprio sopra queste solide basi inca, si ergono le maestose chiese coloniali. I conquistadores spagnoli costruirono i loro luoghi di culto e i loro palazzi direttamente sulle rovine dei templi inca, come un simbolo del loro dominio. La Cattedrale di Cusco e la Chiesa della Compagnia di Gesù in Plaza de Armas sono gli esempi più evidenti. Con le loro facciate riccamente decorate, i portali scolpiti e gli interni pieni di ori e argenti, contrastano nettamente con la semplicità e la solidità delle mura sottostanti. È un contrasto che a volte ti fa riflettere: una cultura che ha distrutto per costruire.



Il fascino di Cusco sta proprio in questa fusione. La città non è solo un insieme di rovine e di chiese, ma un'entità unica dove l'arte, l'architettura e la storia di due mondi si uniscono in un'armonia inaspettata. È un po' come se il passato Inca e il passato coloniale vivessero fianco a fianco, raccontando a ogni passo una storia diversa, ma inseparabile. 

SECONDA TAPPA: Machu Picchu

La nostra seconda giornata è iniziata all'alba, con l'emozione che saliva a ogni tornante della strada che porta a Machu Picchu. Il bus si faceva strada tra la nebbia, e l'attesa era quasi insostenibile io che avevo anche il mal d'auto sono stata malissimo. 

Poi, finalmente, eccola: maestosa, avvolta da un'aura di mistero, la "città perduta degli Inca" si è svelata davanti ai miei occhi.

Il primo impatto è stato un'emozione indescrivibile. Le imponenti rovine si fondevano in armonia perfetta con le montagne circostanti, e ho capito che non era solo un luogo, ma un'opera d'arte, un capolavoro di ingegneria e spiritualità. Ogni muro, ogni pietra, sembrava raccontare una storia millenaria. Ho camminato tra i resti di antichi templi e piazze, sentendomi piccola di fronte a un'architettura così perfetta. Abbiamo anche incontrato dei simpatici lama che pascolavano indisturbati tra le rovine, regalandoci momenti unici e divertenti.



Visitare Machu Picchu è un'esperienza che va oltre la semplice visita turistica. È un'immersione profonda nella storia e nella cultura di un popolo straordinario. E per chiunque stia sognando questo viaggio, il mio consiglio è di andarci. La fatica dell'escursione o la levataccia mattutina saranno ripagate da una sensazione di pace e meraviglia che rimarrà con voi per sempre. È un luogo dove il tempo si ferma e dove l'anima trova un po' della sua magia.


















Tridente del mare : Ultima e terza ttappa di questo viaggio è stato visitare questo posto magico. Chiamato candelabro de Paraca. Anchr se è chiarissimo che si tratta di un magico tridente dato anche la vicinanza al mare non ho dubbi si questo! È un luogo affascinante con intorno a noi il mare.


Gli antichi astronauti in Perù

Mentre camminavamo tra le antiche rovine, una domanda continuava a ronzarmi in testa: come è possibile che un popolo senza le nostre moderne tecnologie abbia potuto costruire strutture così perfette?

A Cusco, osservando le mura incaiche, non potevo fare a meno di meravigliarmi della loro precisione. Enormi blocchi di pietra, alcuni del peso di tonnellate, si incastrano perfettamente l'uno nell'altro, senza l'uso di malta. Sembrano il lavoro di una civiltà avanzatissima, non di un popolo che lavorava la pietra con strumenti rudimentali. Molti teorici, come quelli che abbiamo visto nel documentario, sostengono che la risposta a questi misteri si trovi nelle stelle: che gli Inca non abbiano creato tutto da soli, ma abbiano ricevuto l'aiuto di una civiltà superiore, forse esseri giunti da altri mondi. È una teoria audace, ma in un luogo come questo, sembra quasi plausibile.

Questo senso di mistero si è amplificato a Machu Picchu. Posizionata in modo così strategico tra le montagne, si integra con il paesaggio in un modo che sembra impossibile per un progetto umano. Le sue terrazze, i suoi templi e la sua architettura mostrano un'incredibile conoscenza dell'astronomia. Il Tempio del Sole, in particolare, è allineato con precisione incredibile per catturare i raggi solari durante i solstizi. Chi ha dato agli Inca questa sapienza? 

C'è chi crede che un tempo, un'intelligenza non terrestre abbia trasmesso loro queste conoscenze, fornendo gli strumenti o il sapere per creare qualcosa di così grandioso.

Visitare questi luoghi mi ha fatto capire che non si tratta solo di storia, ma di un mistero affascinante che continua a sfidare le nostre conoscenze. Le rovine del Perù non sono solo pietra, ma un invito a guardare al di là di ciò che crediamo possibile e a chiederci: cosa è successo davvero qui?

Mura da vicino e tempio del sole 


L'astronomia degli Inca

Il popolo Inca non costruiva le proprie città a caso. Ogni struttura, ogni tempio, era progettato per essere in armonia con il cosmo. Per loro, il cielo non era solo una distesa di stelle, ma una mappa vivente, una guida spirituale e un calendario.

Molti storici ritengono che la stessa pianta della città di Cusco fosse disegnata a forma di puma, un animale sacro per gli Inca. Al di là di questo simbolismo, l'intera città era un osservatorio a cielo aperto. Il cuore di questa osservazione era il Coricancha, il Tempio del Sole, che oggi si trova sotto la chiesa di Santo Domingo. Qui, le finestre e le pareti erano allineate in modo che i raggi del sole penetrassero in punti specifici durante i solstizi, indicando i momenti più importanti dell'anno agricolo e spirituale. Era un luogo dove il potere del sole, la loro divinità suprema, si manifestava direttamente sulla Terra.

Ma è a Machu Picchu che la connessione con l'astronomia diventa ancora più evidente e, se possibile, più misteriosa.

Il Tempio del Sole: Come abbiamo accennato, questa struttura semicircolare è un capolavoro di ingegneria e astronomia. La sua finestra è allineata in modo tale da permettere al sole di proiettare un raggio di luce su una roccia sacra solo durante il solstizio d'inverno. Era un modo per gli Inca di celebrare la rinascita del sole e di segnare l'inizio di un nuovo ciclo.







L'Intihuatana: Questo monolito, il cui nome significa "dove si lega il sole", è uno dei misteri più grandi di Machu Picchu. Non era una meridiana, come molti pensano, ma un calendario astronomico incredibilmente preciso. Le sue angolazioni e i suoi allineamenti permettevano agli astronomi Inca di prevedere i solstizi e gli equinozi. Anche se non sappiamo esattamente come fosse usato, la sua precisione fa sorgere la domanda: come hanno potuto un popolo senza strumenti moderni ottenere una tale accuratezza?

Le finestre e le porte: Molte delle finestre e delle porte di Machu Picchu sono allineate con punti significativi dell'orizzonte, come cime montuose sacre o i punti in cui sorgono e tramontano costellazioni importanti. Questo dimostra che l'intera città era un complesso calendario e una mappa del cielo. Queste scoperte mi hanno fatto capire che per gli Inca, le stelle non erano solo luci lontane, ma un'entità con cui comunicare e da cui trarre guida. Camminando tra queste rovine, si ha la sensazione che abbiano costruito non solo per la vita sulla Terra, ma anche per dialogare con il cosmo. È questo che rende questi luoghi non solo storici, ma veramente magici e, in qualche modo, eterni.

Gli Inca avevano un modo unico e diverso di vedere il cielo rispetto a noi. Mentre noi occidentali uniamo le stelle luminose per formare costellazioni (come Orione o Sirio), gli Inca si concentravano sulle "costellazioni scure".

Per gli Inca, la Via Lattea era una divinità, il fiume cosmico chiamato Mayu. All'interno di questo fiume di stelle, non guardavano le stelle brillanti, ma le macchie scure e le nebulose. Queste "assenza di luce" formavano le loro costellazioni più importanti, spesso a forma di animali:

Il Llama

Il Serpente

La Volpe

Il Rinoceronte 

Questi animali rappresentavano le divinità e gli spiriti che guidavano le loro vite e l'agricoltura. Per loro, erano molto più importanti delle costellazioni luminose a cui siamo abituati. 


Correlazioni con costellazioni "occidentali"


Detto ciò, esistono teorie e studi che cercano di collegare le città Inca anche alle nostre costellazioni. Le Pleiadi (le Sette Sorelle): Questa costellazione era incredibilmente importante per gli Inca, che la chiamavano Qollqa (il "granaio"). La loro comparsa nel cielo notturno segnava l'inizio di importanti cicli agricoli. Si ritiene che alcuni edifici a Machu Picchu fossero allineati per osservare la loro posizione, fondamentale per decidere il momento giusto per seminare e raccogliere.

Orione e la Via Lattea: Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che il complesso cerimoniale di Sacsayhuamán, vicino a Cusco, e la stessa città siano stati progettati per riflettere le posizioni delle stelle nella cintura di Orione e lungo la Via Lattea. È una teoria suggestiva, anche se non unanimemente confermata, ma che aggiunge un ulteriore velo di mistero alla genialità degli Inca.

L'ingegneria e l'astronomia Inca sono ancora più complesse di quanto pensiamo, e la loro connessione con le stelle andava oltre la semplice osservazione, arrivando a costruire le loro città per riflettere un cielo che guardavano in un modo completamente unico e spirituale.


Ingegneria Idraulica: La maestria dell'acqua


Oltre alla precisione astronomica e alla perfezione delle loro mura, gli Inca erano maestri nel controllo dell'acqua un importante elemento naruale per loro. In un territorio montuoso come le Ande, l'acqua era una risorsa vitale per l'agricoltura e la vita quotidiana, e la loro capacità di gestirla è un'altra prova della loro incredibile ingegneria. Visitando le rovine, si possono notare ovunque intricate reti di canali e acquedotti che portavano l'acqua dalle sorgenti montane fino alle città e alle terrazze agricole. Quello che mi ha colpito è la loro capacità di calcolare la pendenza giusta per far scorrere l'acqua senza erosione, utilizzando la forza di gravità in modo impeccabile. Nonostante le pendenze ripide e il terreno roccioso, riuscivano a creare un flusso costante e controllato. È un'ingegneria che non ha nulla da invidiare a quella moderna.

A Machu Picchu, questa maestria è particolarmente evidente. L'intera città è attraversata da un sistema di 16 fontane cerimoniali e canali che fornivano acqua a tutta la popolazione, oltre a svolgere funzioni rituali. L'acqua, proveniente da una sorgente naturale sulla montagna, scorreva attraverso una serie di canali di pietra e cascate fino a una fontana principale. La precisione con cui questi canali sono stati costruiti per convogliare l'acqua su un terreno così irregolare è semplicemente sbalorditiva. Ogni fontana era una tappa di un percorso cerimoniale che collegava la città al suo elemento più sacro.

Questa ingegneria dimostra che gli Inca non pensavano solo alla forma, ma anche alla funzione. Le loro opere non erano solo belle, ma anche incredibilmente pratiche e sostenibili. È un altro pezzo di quel grande puzzle che rende il Perù e i suoi misteri così affascinanti.


Il mio viaggio in Perù è stato un'esperienza che va oltre le aspettative. Non è stato solo un'avventura per ammirare luoghi meravigliosi, ma un'immersione profonda in una cultura che ancora oggi ci sfida e ci meraviglia. Da Cusco a Machu Picchu, ho trovato risposte a domande che avevo, ma ho anche scoperto nuovi misteri, quelli che le antiche pietre continuano a custodire.

Questo viaggio mi ha lasciato con il cuore più aperto a nuove possibilità  e si sa viaggiare apre la mente. Quello che ho capito è che il Perù non è solo un luogo da vedere, ma un luogo da sentire. Sentire il peso della storia nelle antiche mura, il respiro delle Ande che ti toglie il fiato e la magia di un cielo che un popolo antico leggeva in un modo completamente unico. Ho lasciato una parte del mio cuore tra le nuvole di Machu Picchu, e so che un giorno tornerò a cercarla.

Se anche tu hai sempre sognato di camminare sulle orme degli Inca, non esitare. Anche se molto faticoso e si cammina tantissimo. Questo viaggio ti insegna che l'uomo, con la sua ingegneria, il suo spirito e il suo profondo legame con la natura, è capace di creare meraviglie che superano il tempo.


A presto Caly



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