Meditazione cap 3 - Il ruolo della concentrazione nella meditazione

 Questa settimana scriverò due capitoli visto che sono abbastanza brevi come capitoli il secondo uscirà a metà settimana. 


Il ruolo della concentrazione



 Durante la meditazione la mente deve concentrarsi sul rapporto meditativo prescelto con la stessa disposizione d'animo con cui si osserva qualcosa per la prima volta.


La concentrazione è la base della meditazione in tutte le sue forme. I due termini però non si identificano: infatti, il rapporto che intercorre tra concentrazione e meditazione è rispettivamente quello di mezzo fine, processo risultato finale. Una differenza tra concentrazione e meditazione risiede nel fatto che, mentre la prima è una facoltà psichica che può anche essere semplicemente utile nella vita quotidiana nello svolgimento di azioni comuni (studiare, leggere, dipingere...), la meditazione si accompagna sempre a un contenuto spirituale, più elevato e allo stesso tempo più impegnativo. La meditazione, nella sua accezione più elevata, è rivolta al progressivo miglioramento della sfera spirituale, con tutte le responsabilità, le difficoltà e la presa di consapevolezza che questo comporta. Nell'affrontare la meditazione è consigliabile abbandonare ogni consapevole desiderio e tensione dirette al conseguimento di un fine prefissato (sia esso il semplice rilassamento o l'illuminazione). L'unica cosa da fare è concentrarsi sul supporto meditativo prescelto con la stessa disposizione d'animo con cui si osserva qualcosa per la prima volta. La concentrazione deve essere perseguita come obiettivo in sé e per sé, con distacco e assoluta assenza di aspettative. In psicologia, la concentrazione è considerata un tipo particolare di attenzione, selettivamente orientata, che richiede un focus talmente specifico da escludere qualsiasi stimolo esterno o interno distraente. L'attenzione dedicata all'oggetto prescelto è totale. Questo tipo di attenzione consente di ottenere un maggior grado di efficienza nelle nostre attività quotidiane e maggiori probabilità di fissare nella memoria i più minuti particolari. Grazie alla concentrazione alleniamo la mente a una maggiore acutezza e chiarezza, dandole l'opportunità di guardare dentro se stessa (introspezione) e di analizzare i contenuti psichici. Il filosofo a questo punto potrebbe porsi la questione tanto dibattuta di come la mente può conoscere veramente se stessa. Come può l'occhio rivolgersi a se stesso? La diatriba nasce sul terreno della tradizionale gnoseologia (teoria della conoscenza) basata sulla rigida dicotomia tra soggetto che conosce e oggetto conosciuto. La mente e il suo contenuto sono in base alla gnoseologia due entità ben distinte. Eppure attraverso la concentrazione la mente è in grado di svuotarsi di tutti i suoi contenuti. Pur venendo a mancare l'oggetto della conoscenza, non per questo la mente cessa di esistere! Proprio lo svuotarsi di ogni contenuto esterno le consente di concentrarsi esclusivamente su se stessa e di dare inizio alla meditazione.


Il mistico santo Ramakrsna


La concentrazione si può esercitare su diversi supporti meditativi: su una semplice forma geometrica, su una parete bianca, su una melodia lenta e ritmata, su un movimento del corpo, sull'alternarsi delle fasi di inspirazione ed espirazione.




Aurora Boreale del 10/11-05-24 a Le Mont Saint Michel Francia 


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